Torre Annunziata, processo Tommasina. Il legale della madre: “Primario in malafede, va condannato”
Dura la memoria dell’avvocato Ausiello. “Ha depistato le indagini per salvare se stesso”. Il 22 febbraio la sentenza
25-01-2021 | di Gianluca Buonocore
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“Palomba va condannato come persona in malafede”. Una memoria durata quasi un’ora e mezza per condannare il primario che operò Tommasina De Laurentiis. E’ stato il giorno delle parti civili al processo sulla morte che si sta celebrando al Tribunale di Torre Annunziata. La giovane è deceduta l’8 marzo 2013 durante un’operazione di colecistectomia all’ospedale di Boscotrecase.
L’UDIENZA. Gennaro Ausiello, avvocato della madre della vittima Elvira Alvino, ha ripercorso in aula gli 8 anni di sofferenza che la famiglia ha dovuto sopportare.
Il legale ha avuto parole durissime nei confronti del primario Roberto Palomba, per il quale il pm nella scorsa udienza aveva formulato una pena di 4 anni e 8 mesi per omicidio colposo e falso ideologico in atto pubblico. Mentre per gli altri due chirurghi, Alberto Vitale e Antonio Verderosa, 1 anno e 4 mesi.
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“Abbiamo chiesto anche i danni morali –ha riferito l’avvocato Ausiello al termine della discussione- Palomba ha fuorviato le indagini indirizzandole nel verso sbagliato. Tommasina non è morta solo per negligenza, ma per imperizia. Ritengo che sia stato ancor più grave e inaccettabile la condotta di un primario, dalla quarantennale esperienza, che ha falsificato una cartella clinica solo per salvare se stesso. Anzi ha addirittura coinvolto due anestesisti innocenti”.
Da qui l’immenso dolore della famiglia De Laurentiis. “La mamma non ha avuto l’opportunità di capire com’è morta sua figlia a causa della sua condotta brutta e criminale. Anzi si sono persi tre anni, perché le indagini si sono arenate a causa dei tentativi di depistaggio”.
“Siamo particolarmente addolorati nel chiedere la condanna di Palomba –ha proseguito Ausiello- Ci saremmo voluti trovare dinanzi a un errore medico, ma il primario ha provato a coprirsi suturando l’aorta addominale quando Tommasina era già deceduta. Per tale motivo non va condannato come medico, ma come persona in malafede”.
LA SENTENZA. Il prossimo 22 febbraio il processo vedrà la fine del primo grado di giudizio. Una sentenza che non renderà giustizia fino in fondo secondo il legale. “Questo processo terminerà, ma il reato andrà prescritto, perché si è stato buttato via troppo tempo”.
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