Poteva essere una strage. Nelle immagini di videosorveglianza l'arrivo del commando armato al Lido Azzurro. Caschi integrali, armi in pugno e un solo obiettivo: uccidere il bersaglio. Sparano tre volte ad altezza uomo davanti a famiglie e bambini. Nemmeno le lacrime dei piccoli e il terrore delle mamme sono sufficienti a scoraggiarli. Chi ha osato sfidarli con uno sguardo di troppo, deve pagare. 

Le indagini lampo condotte dagli 007 hanno portato all'arresto di Salvatore d'Acunzo, 18enne di Torre Annunziata imparentato con il clan Gionta. Le intercettazioni ambientali confermano il movente del raid. Il rampollo, legato ai Valentini, avrebbe scatenato la sua furia omicida per futili motivi. Uno sguardo di troppo inaccettabile per le logiche camorristiche e che andava pagato con la vita. "Ma che fai? Gli spari in testa per questo? Sei pazzo?". Una conversazione che lascia pochi dubbi sui motivi dell'irruzione. Il soggetto si rivolge a D'Acunzo e contesta il raid al Lido Azzurro. "Eh ma io stavo per fatti miei e questo mi ha guardato... ma che guardi?".

Un botta e risposta inquietante, a conferma che dietro l'azione criminale c'è la regia del rampollo dei Gionta. Ma il puzzle investigativo non è ancora completo, manca ancora un tassello. L'obiettivo degli inquirenti è individuare e arrestare il complice. L'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, coordinata dalla Pm Cristina Curatoli e condotta da Carabinieri e Polizia di Stato, punta a stringere il cerchio sul secondo sicario che manca ancora all'appello. Determinanti le immagini di videosorveglianza e le intercettazioni ambientali per ricostruire una terrificante vicenda di degrado morale e sociale. Anche stavolta la camorra svela il suo vero volto, ma in questo caso lo fa davanti a mamme e bambini. 

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