Torre Annunziata. Uccise la moglie a coltellate: 20 anni in una clinica psichiatrica
Raffaele Fogliamanzillo è stato dichiarato incapace di intendere e di volere. In aula esplode la rabbia dei parenti
28-11-2023 | di Marco De Rosa
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Uccise la moglie Angela Avitabile con 12 coltellate: quelle fatali a carotide e giugulare. Dovrà restare in una struttura psichiatrica di sicurezza per 20 anni perché dichiarato incapace di intendere e di volere. Rabbia e caos in aula alla lettura della sentenza della corte d’Assise di Rimini nei confronti di Raffaele Fogliamanzillo, il 62enne originario di Torre Annunziata che il 22 aprile 2022 uccise la moglie nella sua abitazione di via Portogallo nella città romagnola.
LA STORIA. Angela fu accoltellata a morte dal marito mentre i nipotini di 3 e 7 anni dormivano nella stanza accanto. Dopo l’assassinio, Fogliamanzillo si costituì ai carabinieri. I due erano sposati da 40 anni, con tre figli maggiorenni. Quel giorno erano assieme per accudire i piccoli. Una calma apparente interrotta dai fendenti alla gola, con un coltello a serramanico che, ironia della sorte, gli era stato regalato proprio dalla moglie.
LA CONFESSIONE CHOC. Lasciata l’arma, dopo essersi cambiato la t-shirt sporca di sangue, è andato a confessare tutto. Davvero agghiaccianti le dichiarazioni rese dall’uomo alla questura di Rimini: “Ho ucciso mia moglie perché mi ha detto di avermi tradito, se andate a casa trovate il suo corpo”. Stando ad una prima ricostruzione dei fatti da parte degli investigatori, intorno alle ore 21.00, all’interno dell’appartamento, tra marito e moglie sarebbe scoppiato un violento litigio, al culmine del quale l’uomo ha colpito la moglie più volte al collo con un coltello a serramanico, fino a ucciderla.
Uccisa a coltellate dal marito: colpi fatali a carotide e giugulare
La donna ha provato a difendersi dalla furia di Fogliamanzillo. I particolari dell’autopsia sul corpo di Angela Avitabile
IL MOTIVO. Una gelosia accecante, per una presunto tradimento con un parente di 15 anni più giovane. Una tesi che non ha mai convinto del tutto gli inquirenti. La donna, ben voluta e stimata in città, lo aveva denunciato dopo una brutta lite avvenuta qualche mese prima, senza mai voler lasciare la casa che condividevano per prendersi cura del marito, alla quale era stata diagnosticata una sindrome ansiosa bipolare. Il 30 settembre scorso, Fogliamanzillo le aveva stretto le mani al collo ma lei, davanti ai carabinieri, avrebbe sminuito l’accaduto, rifiutandosi di sporgere denuncia. Un mese più tardi il servizio di igiene mentale aveva richiesto il ricovero del 62enne in una struttura specializzata, che era stato rimandato per permettergli di sottoporsi a un’operazione di cataratta. La donna aveva rifiutato il trasferimento in una casa protetta. Era convinta che, vivendo sullo stesso pianerottolo della figlia, fosse al sicuro. Purtroppo la sua idea non ha corrisposto a realtà e la donna non è riuscita a sottrarsi alla furia, dettata della gelosia, del marito.
LA SENTENZA E LA RABBIA DELLA FIGLIA. Ora, secondo i giudici, Fogliamanzillo non è imputabile. La sua pericolosità, però, ha condotto la corte a stabilire che l’uomo dovrà restare nella Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) per almeno 20 anni. Attualmente, Fogliamanzillo è recluso nell’istituto psichiatrico di Reggio Emilia. Dopo la lettura della sentenza la figlia Anna ha dichiarato: “Non gli credete se vi dice ‘se mi lasci mi ammazzo’. È voi che vuole uccidere”.
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