Una lite, poi l’aggressione e la morte. Il suo cadavere gettato in mare a largo di Rovigliano con una pietra legata al collo da una corda, per inscenare maldestramente un suicidio.

E’ morto così S.D.A., 47enne di Gragnano. Ignoti hanno provato a disfarsi di lui, forse per un regolamento di conti, forse per altro. L'uomo, già noto alle forze dell’Ordine per reati in materia di truffa e stupefacenti, è stato ritrovato domenica pomeriggio nello specchio d’acqua che va dalle Sette Scogliere allo scoglio di Rovigliano. Quando un pescatore ha visto il corpo a pelo d’acqua, non ha esitato a chiamare i carabinieri. Era a torso nudo, con indosso un pantalone marrone, dei calzini bianchi e una cinta in pelle. Sul posto sinistro è visibile un tatuaggio composto da due M.

A far virare le indagini sull’ipotesi di omicidio volontario è stato l’esito dei primi rilievi effettuati dal medico incaricato, Antonio Sorrentino, che ha rilevato la presenza di alcune ferite alla testa e alle braccia non compatibili con un suicidio ma più con una colluttazione, forse con una spranga o un martello.

Su questo ora indagheranno i carabinieri che finora hanno lavorato per completare l’identificazione dell’uomo. Separato e con tre figli, risultava disperso da due giorni. Sarà ora l’autopsia ad accertare le cause della morte e risalire a ogni elemento utile per ricostruire gli ultimi attimi di vita dell’uomo e fare luce su quello che al momento è un vero e proprio giallo.

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