Volevano uccidere il genero di Valentino Gionta, Giuseppe Carpentieri. Chiesti 21 anni di carcere per Pasquale Cherillo. Assieme a suo fratello Luca (già condannato a 14 anni) il 6 maggio del 2020 organizzarono l’agguato al genero del boss.

Gli hanno sparato con un fucile di precisione. Era la vittima prescelta per dare un segnale forte nelle nuove gerarchie di potere a Torre Annunziata. L’obiettivo del Quarto Sistema era Giuseppe “Pinuccio” Carpentieri. Dovevano uccidere il reggente del clan per dare un colpo deciso ai Gionta e imporre la loro supremazia.

A organizzare l’agguato furono Pasquale e Luca Cherillo, due degli esponenti di spicco del Quarto Sistema. Pasquale Cherillo abitava proprio a due passi da Giuseppe Carpentieri. La vittima designata abitava lungo Corso Vittorio Emanuele III, Cherillo in via Oplonti 30, una traversa del corso.

Secondo la ricostruzione messa nero su bianco dagli inquirenti, i fratelli Cherillo, dopo aver effettuato dei sopralluoghi sul lastrico solare del palazzo di via Oplonti 20 (luogo di residenza della famiglia Gallo Colonia, nota roccaforte del clan Gallo Cavalieri) hanno studiato le abitudini di Carpentieri.

Ogni giorno, dopo pranzo, “Pinuccio” era solito salire sul lastrico solare per prendere un po’ di sole. In quei giorni, Torre Annunziata, la Campania e l’Italia erano in lockdown per il covid. Il giorno dell’agguato, i Cherillo sono saliti con una scala sul lastrico solare del palazzo al civico 20. Da lì hanno sparato diversi colpi contro Carpentieri. Due le armi utilizzate: un fucile di precisione e una pistola.

Carpentieri fu ferito all’addome e all’inguine, ma riuscì a salvarsi rifugiandosi dietro un muretto, trascinandosi via con l’aiuto di un’antenna parabolica. Stratagemmi di fortuna che gli hanno permesso di sopravvivere ma non di evitare il carcere.

Da quell’agguato partirono serrate indagini che permisero l’arresto di 19 persone nel novembre 2021, tutte accusate a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco. Per ora dei fratelli Cherillo è stato condannato solo Luca a 14 anni, gli stessi maturati per portare a termine la loro vendetta partita dal rione Penniniello, il loro quartiere generale. Dei 19 arrestati del novembre 2021, in 16 hanno scelto il rito abbreviato venendo quasi tutti condannati. Ora il nuovo passo in avanti per assicurare alla giustizia i responsabili di quell’agguato.

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