Auto rubate e vendute a pezzi. Al vertice del sistema anche un 37enne di Pompei
Un cavallo di ritorno da 1200 euro per una Fiat 500, incastrato dalle intercettazioni anche Diego Camera: “Nonostante i precedenti, ha continuato nei suoi affari”
03-02-2022 | di Redazione
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Auto rubate, tagliate e rivendute. In alcuni casi servivano per dei “servizi”, in altri i pezzi venivano venduti singolarmente. Nell’inchiesta della Procura di Torre Annunziata, che ha scoperto un gigantesco business legato alle auto, è saltata fuori la figura di Diego Camera, un 37enne di Pompei, ritenuto ai vertici del sistema di ricettazione e riciclaggio messo in piedi da Salvatore Boccardo, 47enne di Poggiomarino. Assieme a loro, sono state arrestate altre 15 persone (due tuttora latitanti) in un blitz effettuato due giorni fa dai carabinieri di Torre Annunziata.
Nello specifico, Diego Camera “acquistava e riceveva una Fiat 500 proveniente da delitto avendo consapevolezza di tale provenienza delittuosa”, ha spiegato il Giudice per le indagini preliminari Fernanda Iannone. Boccardo in un'occasione viene interpellato per mediare in un cosiddetto "cavallo di ritorno" relativo all’auto in questione, di illecita provenienza che era nelle disponibilità di Diego Camera.
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Camera è finito nella rete degli inquirenti grazie ad alcune intercettazioni. Durante un suo tentativo di chiamata verso Boccardo, a cornetta aperta si sentono chiaramente le voci di due uomini che parlano di una Fiat 500 che dovrà essere oggetto di un cavallo di ritorno e parlano del prezzo da chiedere, che viene quantificato in 1200 euro. Uno dei due è stato poi identificato in Camera, l'altro in Giovanni Iovine.
Secondo il Gip, “l'attività sistematica e costante di riciclaggio e ricettazione messa in piedi appare come un vero e proprio sistema parallelo di commercio sia di auto sia di parti di ricambio degli stessi. E' estremamente evidente, quindi l'oggettiva attualità delle esigenze di cautela, nonché l'assoluta necessità di un rapido provvedimento repressivo. Solo in questo modo, infatti potrà porsi, un argine alla inarrestabile propensione al crimine degli indagati, soprattutto per Salvatore Boccardo, Diego Camera e Gaetano Vezzi”.
A capo del sistema c’era certamente Salvatore Boccardo, il quale in numerosi episodi ed intercettazioni di comunicazioni, sia telefoniche che ambientali, è apparso come il motore dell'intera organizzazione. E' lui, infatti, ad attivarsi per procurare la componentistica di cui la sua variegata clientela ha di volta in volta bisogno provvedendo a fare il "servizio", ovvero a smontare i veicoli per ricavarne i pezzi necessari, reimmettendoli in commercio.
Nei riguardi di Diego Camera, il giudice ha spiegato che “nonostante egli sia gravato da un precedente specifico per ricettazione, è apparso stabilmente inserito nel gruppo criminale. Significative sono state le conversazioni da cui emerge che Camera sia la persona al quale Boccardo si rivolge quando ha necessità di procurarsi le auto che dovranno poi essere oggetto delle operazioni di riciclaggio. Per lui – ha concluso – è necessaria la custodia in carcere, visto che i suoi precedenti penali non hanno avuto alcun effetto dissuasivo da un tal tipo di condotte delittuose”.
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