Una centrale dello spaccio nel loro quartiere. Al Rione Poverelli arrivavano richieste che nel tempo hanno portato alla luce un gigantesco giro di spaccio di cocaina effettuato, anche con l'aiuto dei loro figli minorenni. Oltre a questo, una imponente rete di rapporti che ruotavano attorno a due persone, Andrea Evacuo e sua moglie Rita Ferraiuolo.

Con il blitz di venerdì scorso al Rione Poverelli di Torre Annunziata, che ha portato all’arresto di 18 persone, ecco il quadro che emerge della centrale della droga allestita nel quartiere. Famiglie intere coinvolte nello spaccio. Spesso con i genitori che incitavano (e talvolta insultavano) i figli a spacciare per conto loro. E alcuni figli, a loro volta, spingevano per uscire da questo incubo.

Papà tu così mi fai morire”, è una delle frasi intercettate da un minorenne nel corso di un colloquio per ricostruire il raid che ha dato il via alle indagini. Un ferimento a colpi di pistola, avvenuto il 15 dicembre 2018 a Torre Annunziata ai danni di un tossicodipendente, proveniente da Gragnano. L’uomo arrivò al pronto soccorso dell’ospedale di Boscotrecase (il covid ancora non c’era, il presidio non era stato ancora convertito per l’emergenza sanitaria) accompagnato da un’altra persona. Alle guardie giurate la vittima disse di essere stato ferito all'esterno di un bar del rione Poverelli. Una tesi che non convinse gli investigatori che effettuando una serie di rilievi sul posto notarono alcuni bossoli e fori che avevano colpito la vetrata e la veranda dell'appartamento posto al primo piano, dove risiedevano Andrea Evacuo (agli arresti domiciliari), la moglie, la figlia e la nipote. Nel loro appartamento furono ritrovate tracce di sangue e frammenti di bossoli. Elementi che hanno indotto a ipotizzare che la vittima fosse nell'abitazione di Evacuo al momento del raid. Ipotesi che ben presto trovarono conferme.

Con le intercettazioni si è data poi una impronta decisiva al quadro indiziario nei confronti delle persone arrestate. Tante sono state le intercettazioni in cui si ascoltano termini chiari come "pallini", "dosi", "soldi" e si fanno conteggi e accordi su pagamenti di fornitori e spacciatori. Le cimici messe all'interno dell'appartamento sono riuscite a ricostruire la centrale dello spaccio che partiva da quella casa, criptando la droga sotto il linguaggio di "imbasciata, caffè, coso, biscotto", fino ad abbandonare la prudenza e fare espliciti riferimenti alla merce, chiamata alcune volte "pallino" o "Pietra".

Un sistema che ha permesso di arrestare in flagranza di reato in meno di un mese, Vincenzo Improta, Marco Vitiello, Aniello Evacuo, Michele Evacuo e Carmine Tedesco. Tutte persone che ricevevano la droga da Andrea Evacuo e Rita Ferraiuolo. Prima del raid che ruppe gli “equilibri” all’interno del rione Poverelli. 

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