Un mese e mezzo senza una casa. Cittadini costretti a vivere come dei senzatetto. E’ l’incubo in cui sono sprofondati alcuni cittadini di Torre Annunziata che fino a poco tempo fa vivevano nei pressi dell’ex Pastificio Vitagliano.

Un’ala del palazzo è crollata il 4 settembre scorso, riversando pietre e macerie dappertutto. Decine di cittadini si riversarono in strada, giù al Quadrilatero delle Carceri, per capire cosa fosse accaduto, prima di rendersi conto del crollo. Dopo 45 giorni, nulla è cambiato. “Domani andremo al comune a chiedere informazioni – racconta una famiglia – perché non è giusto tenerci così fuori casa. Io al momento ho chiesto aiuto ad amici e familiari ma non possiamo andare avanti così”. I proprietari dello stabile colpito dal crollo, infatti, hanno chiesto e ottenuto una proroga per i lavori di messa in sicurezza dell’edificio.

Tre le famiglie che hanno dovuto lasciare le loro abitazioni. La parete, nel crollo, ha coinvolto una corte del condominio in cui abitano le famiglie, fortunatamente già lasciato libero dalla mattina. Tuttavia il cedimento ha causato a sua volta il crollo di una parete della corte, finita su un altro condominio confinante. Un effetto domino che poteva causare diversi morti.

Il comune di Torre Annunziata si è smosso due settimane più tardi, ordinando ai due proprietari dell’ex Pastificio Vitagliano, la messa in sicurezza dello stabile in corso Vittorio Emanuele III. Successivamente ci furono degli accertamenti da parte dell’Ufficio Tecnico, in cui venne accertato che il palazzo versava in pessime condizioni statiche oltre che funzionali. Concessi così 30 giorni di tempo per rimettere tutto in sicurezza, ma da allora nulla è stato fatto. Soltanto una richiesta di tempo ulteriore: “La proroga si può concedere, data la complessità del sito – ha spiegato Gino Di Donna, dirigente dell’ufficio tecnico comunale -. I proprietari hanno dovuto fare i conti con la difficoltà a reperire imprese adatte per il tipo di lavori da svolgere. Dal fondo di riserva non abbiamo disponibilità, per cui abbiamo concesso altro tempo. Però se entro due settimane la situazione resterà allo stato attuale, denunceremo tutto all’Autorità Giudiziaria”.


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