Importavano droga dall’Olanda grazie a una gigantesca rete comandata dal narcotrafficante Raffaele Imperiale. Ora sono arrivate le condanne, per oltre 200 anni. Tra queste spunta quella del figlio del killer ergastolano dei Gionta di Torre Annunziata.

Si è chiuso il primo grado del processo per ricostruire le rete del narcotraffico che aveva tra le rotte preferite anche Torre Annunziata. A capo dell'organizzazione, secondo la ricostruzione fatta dall’Antimafia, c'era Francesco De Simone, 67 anni, esponente di spicco della famiglia dei “Quaglia quaglia”. Condannato a 20 anni, fu catturato dai carabinieri dopo una lunga latitanza in un appartamento di Amsterdam l'8 febbraio 2018. Gestiva gli affari direttamente dall’Olanda e smistava la droga fino a Torre Annunziata, grazie a una società di trasporti del Veneto con sede in Slovacchia. L'organizzazione di narcotrafficanti utilizzava in gran parte cellulari criptati, ma De Simone non comunicava via messaggi perché non sapeva scrivere: nonostante parlasse anche fiammingo, dettava alla moglie in Italia o ai suoi soci sul posto i messaggi da trasmettere.

Vent’anni di carcere anche per Mario Iovene detto "zatterone" e suo genero Francesco Maresca (figlio di Giuseppe "'o saccaro", esponente del clan Gallo - Cavalieri ucciso in un agguato a Torre Annunziata nel 2014. Qualche mense in meno, invece, per i due compagni delle figlie: Sabatino Pinto e Salvatore Onda, 30enne figlio del killer ergastolano Umberto Onda, che si costituì dopo sette mesi di latitanza lo scorso maggio.

Nel corso delle indagini, Maresca era stato intercettato più volte da una cartomante che gli leggeva il futuro. I viaggi della cocaina venivano gestiti ad Amsterdam, con l'acquisto dai narcos a 26mila euro al chilo e la rivendita a Napoli ad almeno 32mila euro. Nel corso delle indagini sono stati intercettati carichi per un totale di 120 kg di cocaina, il più grosso proprio in concomitanza con l'arresto di De Simone, quando un tir gu bloccato in Veneto e nel doppiofondo del rimorchio furono trovati 73 kg di droga. I panetti erano marchiati "Bugatti" per differenziarli dagli altri. Condanna a 16 anni per Giovanni Bocchetti, elemento di spicco del clan Polverino, che avrebbe coperto la latitanza di De Simone ospitandolo a Quarto. Condanna a 14 anni anche per l'imprenditore Paolo Baggio, titolare dell'azienda di trasporti, stessa pena per il corriere Mario Criscuolo, un anno in più (15 di reclusione) per Umberto Tozzi, accusato di essere nel gruppo di mediatori, staffettisti e collaboratori dei trafficanti insieme ad Antonio e Vincenzo Iovene e Sashmir Lazri (10 anni ciascuno), pena di 11 anni per Alessandro Canfora. Condanne tra 5 e 9 anni per altri sette imputati.

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