Affronteranno il processo da liberi. Si tratta della banda di bulli che hanno seminato il terrore a Gragnano nei mesi scorsi. Atti di bullismo tra coetanei a scuola, perfino dinanzi alla chiesa del quartiere.

Si è celebrata la prima udienza dinanzi al Gup del tribunale per i minorenni a Napoli, che vede imputati per atti persecutori e rapina cinque ragazzini tra i 14 e i 17 anni, accusati di una serie di episodi ai danni di un ragazzino di Gragnano, loro coetaneo. Tra questi, due risultano indagati per aver istigato al suicidio il piccolo Alessandro, il 13enne morto il primo settembre scorso precipitando giù dalla finestra della sua stanza.

La banda di minorenni era stata arrestata a dicembre scorso, ma poco prima di Capodanno il Riesame aveva concesso a due di loro i domiciliari. Ora affronteranno il processo da persone libere.

Su di loro pende una condotta agghiacciante contro ragazzi indifesi. Aggressioni all’uscita da scuola, ma anche per strada. Una volta sarebbe spuntato anche un coltello. Fino all’ultimo episodio, che ha portato poi alla denuncia della mamma del ragazzino. Un pestaggio avvenuto all’esterno dell’Istituto “Ferrari”, filmato anche con un cellulare.

Secondo la Procura, i cinque “hanno agito per motivi abbietti, per lo spregevole, ignobile e vile divertimento di sopraffare, umiliare e percuotere un minorenne”. Accuse tutte sempre respinte dagli indagati, che ora si difenderanno a processo.

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