Una sentenza arrivata a quattro anni esatti dalla tragedia. Lo scorso 21 luglio a Torre Annunziata al Tribunale oplontino si è concluso il primo grado di giudizio per il crollo avvenuto in via Rampa Nunziante, nel quale persero la vita 8 persone, tra cui due bambini.

Decine di udienze e testimoni per ricostruire quel maledetto 7 luglio. Il tutto davanti ai parenti ancora distrutti dal dolore. Il giudice Francesco Todisco ha accolto quasi tutte le richieste avanzate dalla pm Andreana Ambrosino nel corso della sua requisitoria. La pena più pesante l’ha ricevuta Gerardo Velotto (12 anni e 6 mesi di reclusione), proprietario degli appartamenti al secondo piano.

Secondo l’accusa è stato proprio a causa dei suoi lavori avventati, che il palazzo sarebbe crollato. Per tale ragione il capo mastro Pasquale Cosenza ha subito una pena di 9 anni e 6 mesi. Sentenza dura anche per i tecnici Massimiliano Bonzani e Aniello Manzo, chiamati a scontare rispettivamente 12 e 11 anni. Assolti per non aver commesso il fatto, ma condannati per il falso ideologico, Massimo Lafranco e Roberto Cuomo. Il primo aveva venduto gli immobili a Gerardo Velotto, mentre il secondo era l’amministratore del condomino della tragedia.

Per entrambi la Procura ha inoltrato il ricorso che sarà discusso in Appello. Pene dure ma giuste quelle di Todisco. I familiari delle vittime hanno accolto mestamente il giudizio del magistrato e si apprestano a continuare la loro battaglia per ottenere una giustizia terrena nel secondo grado di giudizio.

La tragedia di Rampa Nunziante ha scosso un’intera comunità. La speranza da parte delle persone coinvolte è che la memoria delle otto vittime non venga dimenticata dalla città di Torre Annunziata. Già don Ciro Cozzolino, referente del presidio Libera, ha proposto di creare un comitato per cercare di evitare che accadano altre disgrazie come quella del 7 luglio 2017.

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