Evitare inquinamento delle prove o sparizione di documenti importanti. Il Gip Antonio Fiorentino ha motivato così la decisione di tenere in carcere il capo dell’ufficio tecnico comunale di Torre Annunziata Nunzio Ariano. L’ingegnere è stato arrestato il 28 dicembre scorso dopo aver intascato una “mazzetta” da 10mila euro da un imprenditore napoletano, dopo aver firmato un appalto da 200mila euro.

Il giudice si è espresso sulla necessità di salvaguardare l’ipotesi di reiterazione del reato per il quale l’ingegnere è ritenuto responsabile. Ma c’è dell’altro: la decisione di rigettare la richiesta di alleggerimento della misura cautelare va anche nella direzione di inibire altri contatti con persone che ricoprono ruoli importanti all’interno degli uffici comunali di Torre Annunziata.

Nel frattempo le indagini vanno avanti. Sotto la lente d’ingrandimento la posizione della Supino Group, l’azienda vincitrice dell’appalto da 200mila euro per la ristrutturazione anticovid di una scuola di Torre Annunziata. Si teme possano esserci altri appalti sospetti. Oltre al titolare dell’azienda, al vaglio anche la posizione della “gola profonda”, dalle cui dichiarazioni sono partite le indagini della Guardia di Finanza. Tre mesi di pedinamenti e intercettazioni, fino all’episodio incriminato delle “Sette Scogliere”, con il pagamento di 10mila euro in contanti, ritrovati nell’auto di Ariano al momento del fermo effettuato sul litorale oplontino.

Dopo la confessione, Ariano, difeso dall’avvocato Francesco De Gregorio, ha presentato il 31 dicembre scorso una nuova istanza di scarcerazione al Tribunale del Riesame. Entro il prossimo fine settimana potrebbe esserci una data. Nel frattempo, Ariano resterà in cella a Poggioreale.

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