Torre Annunziata. La nuova vita di Villa Tamarisco: “Intitoliamola a Matilde Sorrentino”
La proposta del pm Andreana Ambrosino: “Occorre che comune e associazioni facciano la loro parte”
19-04-2023 | di Marco De Rosa
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“Non più Villa Adele, ma Villa Matilde”. E’ l’idea lanciata dal magistrato Andreana Ambrosino, pubblico ministero presso la Procura di Torre Annunziata. Nel corso dell’incontro con decine di studenti nell’ex covo del boss Francesco Tamarisco, bene confiscato alla criminalità organizzata, è stato spiegato ai ragazzi cosa rappresentava quel luogo e cosa potrà diventare in futuro. Una proposta già lanciata l’anno scorso, ma rimasta ancora nel cassetto.
La villa rappresenta un colpo al cuore per cosa ha rappresentato. Fulcro delle azioni criminali dei Tamarisco e teatro, assieme alla scuola di via Isonzo, degli orrori perpetrati nei confronti di bambini. Tra questi i figli di Matilde Sorrentino. Con il suo coraggio, la donna cancellò il muro di omertà che si nascondeva dietro gli abusi ai quali erano costretti povere anime innocenti. Pagò però con la sua vita quel gesto di coraggio, il 26 marzo 2004, dieci anni dopo la sua denuncia. Matilde venne uccisa sul pianerottolo di casa. Il figlio che era stato vittima degli abusi riconobbe il killer in fuga. Tamarisco era stato scarcerato pochi mesi prima dopo una lunga detenzione per rapina. E’ stato condannato all’ergastolo per aver armato il braccio di Alfredo Gallo (anch’egli condannato al carcere a vita) che gli sparò tre colpi di pistola in faccia.
Matilde Sorrentino, un’eredità di coraggio lunga venti anni
Chiuso il ciclo di incontri per ricordare la giovane donna che ruppe il muro dell’omertà
Una morte orribile che ora prova a trovare giustizia non solo attraverso un processo (che a breve ripartirà in appello) ma anche attraverso il sociale. “Villa Tamarisco è stata assegnata alla Città di Torre Annunziata nel 2015 ed è in attesa di destinazione – ha spiegato il pm Ambrosino -. Un valore simbolico perché restituita a una comunità vittima dello scempio che la criminalità le ha inferto. Sarebbe bello che, proprio per mantenere ancor più nitida la memoria di Matilde Sorrentino, questo posto portasse il suo nome, ospitando magari comunità che tutelano le donne vittime di violenze oppure bambini che sono in difficoltà. Occorre però che il comune e le associazioni locali siano parte attiva in questo processo e che facciano la loro parte”.
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