Quattro punti fondamentali non discussi a sufficienza e che mostrerebbero delle lacune sull’operato dei medici.

Nuovi dettagli nel processo relativo alla morte di Anna Verso, la donna di Torre Annunziata morta lo scorso 18 febbraio 2019 all’ospedale di Boscotrecase. Il giudice Anzalone ha infatti respingo la richiesta di archiviazione avanzata dal pm Prisco e ha ordinato una nuova consulenza tecnica per integrare alcuni temi di indagine. Secondo i familiari della vittima, i cui interessi sono curati dall’avvocato Mauro Porcelli, ci sarebbero alcune lacune emerse sull’operato dei medici del nosocomio vesuviano.

Tra i punti che verranno discussi, bisognerà accertare se, alla luce del quadro clinico sussistente al momento del primo accesso al Pronto Soccorso di Anna, si sarebbe dovuto procedere ad altri esami, come ad esempio le analisi del sangue e dell’emocromo (che determina la quantità dei globuli, i livelli dell'ematocrito, dell'emoglobina e di altri parametri del sangue, ndr). Il nuovo consulente dovrà accertare, inoltre se vi erano elementi che imponessero un più tempestivo trasferimento in rianimazione e in terapia intensiva, e se la somministrazione di cortisonici ad alte dosi abbia comportato un effetto lesivo sulla parete gastrointestinale, aggravando una situazione già particolarmente compromessa.

IL FATTO. Anna Verso fu ricoverata per dei problemi di natura cardiovascolare. Ebbe un peggioramento improvviso che portò alla morte in poco tempo. Alla notizia del decesso, si scatenò la follia dei parenti della vittima, dapprima sulle attrezzature del reparto sito al secondo piano della struttura; poi con aggressioni verbali e fisiche al personale. Per sedare la rabbia dei parenti intervennero circa una dozzina tra polizia e carabinieri. Solo dopo un paio d’ore la situazione ritornò alla normalità. Gli stessi familiari denunciarono presunte inefficienze delle cure offerte alla vittima. Anche alcuni membri della famiglia vennero denunciati: 4 persone, tra le quali anche i due figli della vittima e il marito che danneggiarono l’ospedale di Boscotrecase.

A settembre il primo colpo di scena con il giudice Anzalone che aveva ordinato al pm Prisco un supplemento di indagini. Tutto ciò in seguito alla richiesta da parte della famiglia della vittima, i cui interessi sono curati dall’avvocato Mauro Porcelli, della nuova perizia che mostrerebbe alcuni deficit da parte dei medici che hanno visitato la donna nel corso dei due ricoveri.

Ora il giudice avrà il compito di fissare una nuova udienza nel 2021 nella quale deciderà per l’imputazione coatta o per l’archiviazione.

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