Un intervento chirurgico che doveva essere di routine. Per Tommasina invece fu l’inizio della fine. La giovane di Torre Annunziata morì nel marzo del 2013 all’ospedale di Boscotrecase per un intervento di colecisti.

Dopo dieci anni ora la famiglia ottiene giustizia. La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza nei confronti di Roberto Palomba. Dovrà scontare una condanna a 5 anni per omicidio colposo e falso ideologico. I giudici ermellini hanno accolto tutte le richieste presentate dall’avvocato della famiglia De Laurentiis, Gennaro Ausiello. “Tommasina morta non solo per negligenza ma anche per imperizia”, ha ribadito più volte negli ultimi anni il legale della famiglia di Tommasina. “La condotta di Palomba ancora più inaccettabile se per salvarsi ha volutamente falsificato una cartella clinica, coinvolgendo anche due anestesisti innocenti”.

Dopo la prima operazione, le condizioni di Tommasina erano sembrate subito gravi alla famiglia. Valori ematici sballati e il sospetto di un’emorragia. Sottoposta ad altre due operazioni, la 25enne morì senza un ragionevole perché. L’autopsia effettuata successivamente sul corpo aveva rivelato lesioni all’aorta addominale e alla vena cava inferiore provocate dall’utilizzo errato delle sonde inserite nell’addome durante l’intervento, effettuato in laparoscopia. “La sutura della vena aorta – ha rimarcato l’avvocato Ausiello – avvenne in netto ritardo, certamente non in tempo utile per salvarla. Nella cartella clinica però c’era scritto ben altro”.

Una morte ingiustificabile, causata da errore umano e cosa ancora più grave dopo tre operazioni e lunghissime e terribili ore per la famiglia che a distanza di 10 anni ha visto concludersi una delle vicende più tristi accadute a Torre Annunziata.

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