“Ben vengano i controlli, ma potevano essere fatti prima. Il reddito di cittadinanza è partito due anni fa, ci vorrà temo per il rimborso di tutti i fondi sottratti illecitamente”.

A dirlo è l’assessore alle politiche sociali di Torre Annunziata Luigi Cirillo. Ha destato scalpore l’operazione della Guardia di Finanza che ha scoperto come anche clan storici del territorio, oltre a quelli emergenti, avevano tra le proprie fila anche percettori del reddito di cittadinanza. Nomi eccellenti, tra i quali anche alcuni reggenti delle cosche del territorio, figuravano tra gli indigenti del comune oplontino.

Più di un milione di euro complessivamente requisiti a chi ha incassato illegalmente soldi dello Stato, oltre 200mila solo tra Torre Annunziata e Trecase. Famiglie di camorristi che i comuni hanno inserito negli elenchi dei beneficiari, fino a quando la Procura di Torre Annunziata e le Fiamme Gialle non hanno acquisito gli atti e fermato l'ennesimo oltraggio allo Stato.

Le informazioni contenute nella domanda del Reddito di cittadinanza sono comunicate all’Inps entro dieci giorni lavorativi dalla richiesta che entro 5 giorni verifica la documentazione e segnala eventuali incongruenze ad Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza. “Il comune ha potuto fare ben poco – ha spiegato Luigi Cirillo -. L’Inps si è mossa in grande ritardo e di conseguenza hanno rallentato anche gli accertamenti di Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza”.

Diverso è stato il caso dei “furbetti” dei buoni spesa. Dai controlli effettuati dal comune sono stati infatti scoperti alcuni con partite iva attive, altri che avevano un reddito più alto di quello denunciato. Per tutti è scattata la multa da 300 euro e la restituzione dei buoni. Un procedimento di difficile attuazione per gli ha percepito illecitamente il reddito di cittadinanza.

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