Una giovane stella del calcio campano spenta da una coltellata al cuore. Dovrà scontare 16 anni e mezzo di carcere Alfredo Galasso, l’uomo responsabile della morte di Raffaele Perinelli. Lello, come tutti lo conoscevano, era un giovane di belle speranze. A 21 anni aveva già giocato con successo con le maglie di Turris e Gragnano ed era considerato tra i difensori più promettenti del calcio regionale.

Raffaele, che aveva perso il padre (esponente del clan Lo Russo) in un agguato di camorra quando aveva solo due anni, aveva preso un'altra strada: quella del calcio, tenendosi lontano dalla malavita. Il giovane però fu accoltellato a seguito di una lite con Galasso, il 7 ottobre 2018 a Miano, nella città in cui abitava. Alla base del gesto folle probabilmente qualche screzio per una donna contesa. Galasso fu dapprima condannato in primo grado a 17 anni, poi ridotti in appello di sei mesi. La pena è stata appena riconfermata in Cassazione.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, tra Raffaele Perinelli ed Alfredo Galasso, ambulante ed amico di Perinelli, c'erano stati già degli screzi. Fatto sta che la sera prima dell'omicidio i due si affrontarono a suon di pugni davanti ad un locale di Bagnoli, nella zona occidentale di Napoli. Il giorno dopo, i due si sono incontrati nuovamente a Miano, zona nord. Ed l'amico l'ha accoltellato e ucciso.

Foto Aurelio Talpa

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