Il coltello che entra nella carne, la corsa inutile verso l’auto e poi in ospedale per sopravvivere. Nella prossima udienza del processo per stabilire la verità sulla morte di Nicholas Di Martino e il ferimento di Carlo Langellotti, verrà nuovamente visionato il filmato portato a dibattimento il 1 ottobre scorso.

Maurizio Apicella e Ciro Di Lauro, gli esecutori materiali dell’aggressione costata la vita al 17enne, si sono difesi in aula. Apicella ha raccontato la sua versione dei fatti su quella notte di sangue e violenza di quasi due anni fa. Hanno ribadito le scuse alla famiglia di Nicholas.

Dopo l’aggressione, Di Martino e Langellotti andarono di corsa in ospedale. Apicella e Di Lauro salirono in sella allo scooter e imboccarono controsenso via Vittorio Veneto per poi fuggire verso Ponte Trivione. E’ stato qui che Apicella si è disfatto dell’arma con cui aveva colpito le due vittime, buttandola giù dal ponte di ferro che da via Starza arriva fino alla zona delle scuole, dove gli Apicella hanno il loro “campo base”.

I due hanno sempre respinto ogni vicinanza all’ambito camorristico ma hanno agito per difendersi. Apicella ha sostenuto nei mesi scorsi di avere avuto il coltello per difendere l’incasso della loro pizzeria da possibili malviventi. Diversa la tesi sostenuta dal pm Cimmarotta e dai legali della famiglia Di Martino, che hanno fin da subito collegato l’episodio alla lotta territoriale tra i clan della zona dei Monti Lattari. Il video degli ultimi istanti di vita di Nicholas verrà nuovamente visionato e discusso in aula. Otto minuti che hanno scioccato un’intera comunità.


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