Un massacro che grida ancora giustizia. Chiesto il rinvio a giudizio per i killer di Maurizio Cerrato, ucciso con una coltellata al petto nel parcheggio di via IV novembre il 19 aprile scorso.

Concorso in omicidio con l’aggravante dei futili motivi per le quattro belve di Torre Annunziata, Antonio e Francesco Cirillo, Giorgio e Domenico Scaramella.

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L’inchiesta, coordinata dal procuratore Nunzio Fragliasso, si è chiusa ufficialmente, con la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari. A questo punto si attende la fissazione dell’udienza preliminare, il primo atto del processo che a circa un anno dall’omicidio dovrà ricostruire la verità processuale su un delitto che ha segnato la comunità di Torre Annunziata.

Un’indagine complicata quella svolta dai carabinieri, costretti a fronteggiare un muro fatto di silenzi e omertà e che ha portato a iscrivere nel registro degli indagati altre tre persone: il datore di lavoro della figlia di Cerrato e i due titolari dell’autorimessa in cui è avvenuta l’aggressione che è costata la vita all’ex custode degli scavi di Pompei.

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