“Le indagini sono state svolte accuratamente e non ci sono ulteriori elementi che possano sostenere un'eventuale accusa”. Gli avvocati dei tre ragazzi accusati di aver sparato contro l'abitazione di Giuseppe Veropalumbo spingono per l'archiviazione del procedimento a loro carico e il giudice rinvia la decisione di qualche giorno.

L’UDIENZA. E’ quanto emerso nell’udienza di questa mattina per ricostruire l'assassinio del giovane carrozziere di Torre Annunziata, ucciso il 31 dicembre 2007 da un proiettile vagante. Un giorno importante dopo quanto accaduto nel corso dell’ultima seduta tenutasi il 9 ottobre scorso e durante cui è emerso che non ci sarebbero abbastanza prove per sostenere l’accusa.

LA REAZIONE DI CARMELA SERMINO. “Non molliamo, anzi. Io continuo a sperare che la verità sull’omicidio di mio marito venga fuori. Per questo confido ancora nella giustizia e nel parere del giudice”. Queste le sensazioni di Carmela Sermino, vedova di Giuseppe Veropalumbo, dopo l’ennesimo rinvio. Le sensazioni raccolte dal legale difensore vanno verso un supplemento d’indagine.

LE INDAGINI. Nonostante i passi avanti e 12 anni di indagini, la procura di Napoli ancora non si è espressa sulla morte di Giuseppe Veropalumbo. Le ultime risultanze investigative erano riuscite ad arrivare a scoprire anche il possibile movente che armò la mano di tre minorenni imparentati con membri del clan Gionta.

LE RIVELAZIONI DEL PENTITO. A svelarla fu il pentito del clan Gionta Michele Palumbo, alias “Munnezza”, che spiegò che si trattò di una stesa per punire gli abitanti del palazzo dove viveva Giuseppe con la moglie Carmela Sermino e la loro bimba piccola. La loro colpa fu quella di dare le chiavi del terrazzo del grattacielo durante un blitz delle forze dell'ordine che portò poi all'arresto del padre di uno dei tre. Per questo motivo venne organizzato il raid che portò all'uccisione di Veropalumbo. Per il sostituto procuratore titolare dell'inchiesta al momento non ci sono i riscontri necessari e adesso toccherà al Gip decidere se archiviare od ordinare un supplemento d'indagine.

LA RISERVA. Il giudice Paola Brunese del Tribunale dei Minorenni di Napoli, raccolti gli elementi e le ragioni della difesa di Carmela Sermino, curata dall’avvocato Marco Ferrara, ha preso qualche giorno di tempo nel decidere per l’archiviazione o per la prosecuzione delle indagini.

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