Caccia senza tregua a chi ha ucciso senza pietà un padre di famiglia, prima che un onesto lavoratore.

Continuano le indagini per risalire ai responsabili della morte di Antonio Morione, il pescivendolo ucciso la sera dell’antivigilia di Natale dinanzi alla sua pescheria di via Giovanni Della Rocca a Boscoreale. Una morte che grida giustizia. Cittadini, amici e parenti hanno ancora chiare in mente le parole di don Mimmo Battaglia. Durante i funerali ha chiesto uno scatto di dignità da parte di coloro i quali sanno o hanno voltato lo sguardo dall’altra parte.

E’ proprio su questo che si sta focalizzando l’attenzione degli inquirenti. Qualcuno potrebbe aver fornito un appoggio alla banda che il 23 dicembre ha ammazzato Antonio Morione. Da quella sera sono trascorsi sette giorni e le indagini, affidate ai carabinieri, proseguono senza sosta. Tra le ipotesi che stanno prendendo forma, si sta facendo avanti anche quella che la banda di rapinatori possa avere trovato un nascondiglio, magari nemmeno troppo lontano dal luogo della tragedia.

Nelle ore successive alla tragedia i carabinieri hanno ascoltato diverse persone, compresi alcuni pregiudicati della zona. Passato al setaccio, anche nella mattinata di San Silvestro, il Piano Napoli, alla ricerca di ogni elemento utile per incastrare la banda che ha ammazzato un lavoratore amato da tutti.

 

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