A distanza di quattro anni, il dolore troverà un po’ di conforto nella giustizia. Nelle menti e nei cuori di amici, parenti e conoscenti è ancora vivo il ricordo di quel 7 luglio 2017, quando erano lì a sperare di tirare fuori vivi i corpi di 8 persone, tra le quali 2 bambini. Una speranza purtroppo risultata vana.

Al tribunale di Torre Annunziata è il giorno della sentenza in primo grado per il processo sul crollo di Rampa Nunziante. Tanta l’attesa in città per le condanne che saranno emesse dal giudice monocratico Francesco Todisco.

A parlare in aula ci sarà l’avvocato Giuseppe Della Monica, che cura gli interessi di Gerardo Velotto e di Pasquale Cosenza. Parlerà della tesi fornita dal loro perito, l’ingegnere Luigi Petti. Una tesi in netto contrasto con quella portata avanti dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, firmata da Nicola Augenti e Andrea Prota. Si parlerà delle presunte responsabilità di Pasquale Cosenza, l’operaio che ha materialmente eseguito i lavori risultati poi determinanti, secondo l’accusa, per il crollo della palazzina.

Nei giorni scorsi all’esterno del tribunale è stato anche affisso uno striscione con su la data proprio della prossima udienza "Giorno della verità e della Giustizia". Ben 15 sono le persone coinvolte nel procedimento a vario titolo.

Dopo l’ultimo confronto in aula, il giudice monocratico Francesco Todisco si ritirerà in camera di consiglio per poi pronunciare la sentenza nel pomeriggio. Il pm Andreana Ambrosino, al termine della requisitoria, ha chiesto condanne severe "ma giuste", chiedendo 80 anni di carcere complessivi ai responsabili. Le posizioni più complicate, oltre a quella del proprietario di fatto degli appartamenti del secondo piano Gerardo Velotto, sono quelle dei tecnici Aniello Manzo e Massimiliano Bonzani. Per loro la richiesta è stata di 13 e 14 anni di reclusione.


Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"

vai alle foto

vai al video