Una coltellata al cuore che a distanza di un anno grida ancora forte giustizia. Prenderà il via domani in corte d’Assise di Napoli il processo per inchiodare le quattro belve che hanno ucciso Maurizio Cerrato a Torre Annunziata.

Quattro uomini che hanno messo fine alla vita di un uomo che aveva soccorso la figlia per ripararle una ruota che avevano bucato. Una ritorsione fatta dal branco perché la giovane aveva osato spostare una sedia per poter parcheggiare la sua auto. Quella sedia che avevano messo loro lì e che non doveva essere spostata.

LE INTERVISTE AI RESIDENTI E COMMERCIANTI DI VIA IV NOVEMBRE

Tania Sorrentino e Maria Adriana Cerrato torneranno faccia a faccia con gli assassini. Dopo fiumi sconcerto e rabbia, inizierà il dibattimento. Alla sbarra, accusati di omicidio volontario aggravato dai futili motivi ci sono Francesco e Antonio Cirillo assieme a Giorgio e Domenico Scaramella.

I VOLTI DELLE QUATTRO BELVE

Le indagini hanno accertato che Francesco e Antonio Cirillo assieme a Domenico Scaramella, quel maledetto 19 aprile, sono arrivati in auto nei pressi del garage di via IV Novembre dopo la chiamata di Giorgio Scaramella, protagonista della prima aggressione a Maurizio Cerrato. I tre si sono fiondati sul luogo del massacro armati di un coltello che Antonio Cirillo teneva tra le mani. Quel coltello che usò con violenza per pugnalare al cuore un padre di famiglia cha fatto un gesto naturale, andare in soccorso della figlia e riportarla a casa.

A casa Maurizio però non è più arrivato, la sua vita spezzata da una banda criminale che domani proseguirà a fare i conti con la giustizia.

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